venerdì 22 settembre 2017

Retroscena del romanzo fantasy Il Divoratore d'Ombra



Retroscena della stesura de Il Divoratore d’Ombra
                                      di Gianluca Villano


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Nei prossimi giorni rivelerò un pò di curiosità e retroscena del progetto Corona delle Rose o Saga di Logren... Già il titolo dovrebbe dirvi qualcosa...giochi di ruolo!
Scatola rossa... Ho "masterizzato" con l'ambientazione di D&D per diversi anni, dopodiché ho creato Arbor, il mio mondo. Giustizia, legalità e sentimenti forti, talvolta esasperati, erano la prerogativa delle mie campagne, al punto che i giocatori caotici non facevano altro che avanzare critiche, ma nel corso degli anni Arbor si è evoluta, è cresciuta, si è arricchita di elementi caratterizzanti. Il Divoratore d'ombra è quindi innanzitutto Arbor, una terra corrosa da un guerra eterna, pervasa da Venti che hanno una coscienza misteriosa, attraversata da creature meravigliose e calpestata da mostri sorti dalle più oscure propaggini di abissi ancestrali.


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Ho vissuto gran parte della mia infanzia in una piccola casa nel centro storico di Palombara Sabina e dovendo ricreare una città medioevale per Il Divoratore d'Ombra mi sono ispirato a ciò che conoscevo. Di quegli anni ricordo le scorribande di carnevale, di notte, armati di uova e siringhe d'acqua, tra i vicoli stretti e poco illuminati; oppure le avventure all'interno del Castello, che a quei tempi era incustodito. Ricordo degli amici per i quali inventavo realtà immaginarie e successivamente le sessioni giornaliere e notturne di giochi di ruolo che si tenevano in un'antica stalla, adibita a forno e poi in cantina, priva di corrente elettrica, nella quale dovevamo accendere le candele per poter giocare, allarmando le ignare signore che abitavano nei pressi. In Muelnor, la Città descritta ne Il Divoratore d'Ombra, sono celati molti luoghi a me cari di Palombara.


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Il tempo...non il tempo che scorre in modo naturale, ma quello che ci viene rubato. Tutta la saga ne è influenzata, così come il potere degli Adoratori, che prosciugano letteralmente gli anni dei giovani Custodi a favore delle vanità, prepotenze e abusi della società iniqua dell'Haorian, l'uomo che si è autoproclamato dio.
Ma da cosa è scaturita questa riflessione? Aldilà di quello che accade nella nostra società e che abbiamo tutti sotto gli occhi: dei bambini defraudati del loro tempo di gioco, nel periodo in cui ho iniziato la stesura de Il Divoratore d'ombra è morto mio nonno, al quale ero molto legato.


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Rose...Nella Saga della Corona delle Rose questo fiore meraviglioso è menzionato spesso. La Corona del Re di Arbor è composta da 10 gemme di rose; i simboli degli Angeli che servono Horomos, il Creatore, sono Rose di colori diversi. Il Sigillo dell'Unicorno, che indossa Logren, ha una parte composta da una Rosa Verde, che è il simbolo dell'Angelo delle Virtù. Ma da dove nasce questo mio interesse particolare per le rose? L'unico motivo è la mia predilezione per San Francesco d'Assisi.


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Dovendo creare i Divoratori e non risultare scontato, prendendo spunto dai già abusati Cavalieri Neri de Il Signore degli anelli o dai Dissennatori di Harry Potter, ho pensato di ispirarmi alla visione di forza che mi ha più sconvolto: Akira! Un potere incontrollato che sommerge, devasta, turba, il tutto condito da un elemento personale: la natura che si ribella e che non ha coscienza.


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Il protagonista della Saga della Corona delle Rose. Venendo dai giochi di ruolo e amando tutti i film con i supereroi, avrei dovuto, e molti se lo aspettavano, creare un protagonista classico...inizialmente incapace ma che poi si riscopre dotato di poteri divini. Mi sono detto: sono le persone umili e semplici che cambiano davvero il mondo, perché smuovono gli animi. Se c'è un supereroe, le persone non faranno altro che starsene buoni ad assistere alle sue opere spettacolari e diventeranno presto schiavi dormienti in balia della prima e più banale difficoltà.


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La Saga della Corona delle Rose ha uno stile forzatamente epico, ogni pagina è un inno alla meraviglia. Le descrizioni sono spesso ricercate e solenni. Lo so, per un divoratore... di libri tutto questo può spaventare, può indurlo a pensare che non porterebbe mai un libro così in vacanza. Ma lasciate che vi spieghi: inoltrarsi in questa nuova esperienza letteraria è come ritrovarsi in un sogno e come al risveglio da un sogno intenso, quello che si prova nella lettura è emozione, coinvolgimento, nostalgia ma anche confusione. Si vive il momento e resta l'eco del vissuto. Puro incanto.


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Dietro tutta la mia Saga della Corona delle Rose c'è essenzialmente l'atmosfera meravigliosa di questa immagine di Star Wars. Riuscite ad avvertire le note della colonna sonora? È l'inizio di tutto, di un'avventura travolgente che dal sommesso tramonto di un giorno come tanti si espande in un universo di incredibili possibilità. Vista e rivista, a Capodanno la trilogia tutta d'un fiato, ha ispirato molto l'idea del protagonista che desideravo per Il Divoratore d'ombra, anche se classico e continua a coinvolgermi ora che, finito il maestoso seguito L'Obelisco dei Divoratori, sto scrivendo il terzo capitolo della saga. Chiudete gli occhi e immaginate con me, lasciatevi andare, unitevi alle avventure di Logren!


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Molte lettrici hanno espresso la preferenza per il personaggio di Crios nella Saga della Corona delle Rose, bello e sicuro di sé, a dispetto di un Logren timido, fragile, spesso interessato più a riempirsi lo stomaco che a fare l'eroe. E questa differenza traspare anche a livello sentimentale: mentre Crios è spregiudicato e opportunista, Logren è un sognatore, spesso coinvolto in amori impossibili o non corrisposti. La colpa naturalmente è la mia, innamorato di personaggi come Lamù, Nadia (il mistero della pietra azzurra), Lily (Legend). Buona lettura a tutti.


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L'atmosfera del primo volume della Saga della Corona delle Rose : Il Divoratore d'ombra è totalmente gotica. I misteri si mescolano alla paura, al sospetto, a segreti innominabili. Gli stessi Divoratori sono il frutto di un incubo angosciante. Tutto questo lo devo alla serie di Batman diretta da Nolan, del quale sono un grande fan.